NO MORE NEET: Una giornata nel blu

Sembrano tutte uguali le uscite in barca a vela. Sembra di ripetere gli stessi cliché di sempre. La stessa imbarcazione, lo stesso skipper, gli stessi docenti, le stesse tutor, gli stessi compagni di viaggio. Tutto uguale, solo la giornata dal punto di vista metereologico balbetta.

E invece… basta uscire fuori dal porto e tutto cambia.

Cambia la rotta, cambiano i colori del mare, cambiano le increspature, le onde, cambia l’orizzonte, in alcuni punti abbastanza nitido, in altri piuttosto scuro, fosco, cambiano i venti, il cielo offre una serie di cirri come spolverate di zucchero a velo mentre da sud sembra arrivino quelle cumuliformi.

C’è il rischio che nella tarda mattinata possa piovere ma per il momento sembra la giornata darci pace e serenità. I ragazzi e le ragazze non sono per nulla preoccupati ma l’insegnante inizia le sue lezioni prima metereologiche spiegando che siamo dentro una bolla che, nel momento in cui lui sta parlando, è protettiva e ci fa capire che la pioggia prevista non ci dovrebbe toccare.

Dei ragazzi prende il timone Lorenza che con l’ausilio e i consigli di Gianni, lo skipper della barca a vela, e di Giacomo, il nostro superistruttore, ci porta al largo a favore di vento. Le vele sono già aperte e con una brezza a favore ci fiondano al centro del Golfo di Palermo.

Al pronti via cominciano tutte le prove di virata. Gloria e Daniele sono al loro posto e sotto la guida dei comandanti Francesco e Giacomo e al comando di virata tutta a dritta della nostra ottima timoniera si mettono in moto Gloria a raccogliere la fune, Daniele a rilasciarla, mentre la nostra guida vira il timone tutto a dritta. La barca riprende con forza la sua corsa.

Si ascolta il silenzio, si ascolta il suono del mare, delle onde che sbattono ai fianchi dell’imbarcazione, si ascoltano i cigolii delle giunture della barca e delle vele, si ascolta il rumore del vento, occhio attento all’orizzonte e alle nuvole che potrebbero contenere pioggia, si sente un intenso odore di mare che penetra dal naso, dalla bocca e che arriva sino ai polmoni.

Si ci prepara alla seconda virata, stavolta quella a mancina. La manovra adesso diventa più snella. Ognuno al proprio posto con diversi membri dell’equipaggio e con ruoli assegnati. Lorenza urla “virata a sinistra” e con forza e con solerzia i membri dell’equipaggio rispondono a tono.

Sarà una questione di schemi motori più affermati, sarà una questione di maggiore empatia tra i ragazzi, sarà una questione di un gruppo che diventa sempre più coeso sapendo che la relazione di aiuto in questi casi è fondamentale, tutto viene fatto con grande precisione e meno affanno.

I visi sorridenti, i pollici in su, i batti cinque si sprecano e così dopo due ore e mezza di navigazione si decide di rientrare. Da lontano, a terra, ci sono punti dove già piove ma sembra non preoccupare molto il nostro esperto Giacomo.

Si decide comunque di tornare come sempre e cioè di prora. Ulteriore manovra per indirizzare la barca in direzione del porto e via con il vento in poppa a cercare di anticipare le nuvole. Continua a piovigginare a terra in punti lontani dal nostro spazio di navigazione, ma già siamo vicini all’ingresso del porto e Gianni/Skipper mette in moto scivolando nelle acque calme sino ad arrivare al posto di ormeggio.

Sembrano tutte uguali le uscite in barca a vela. Sembra di ripetere gli stessi cliché di sempre. La stessa imbarcazione, lo stesso skipper, gli stessi docenti, le stesse tutor, gli stessi compagni di viaggio. Tutto uguale e invece si è trascorsa un’altra giornata totalmente diversa dalle altre perché si, tutte le uscite in barca a vela non sono tutte uguali!

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